martedì 15 ottobre 2013

INTERVISTA A PAPA FRANCESCO

Antonio Spadaro S.I.

Santa Marta, lunedì 19 agosto ore 9,50

È lunedì 19 agosto. Papa Francesco mi ha dato appuntamento alle 10,00 in Santa Marta. Io però eredito da mio padre la necessità di arrivare sempre in anticipo. Le persone che mi accolgono mi fanno accomodare in una saletta. L’attesa dura poco, e dopo un paio di minuti vengo accompagnato a prendere l’ascensore. Nei due minuti ho avuto il tempo di ricordare quando a Lisbona, in una riunione di direttori di alcune riviste della Compagnia di Gesù, era emersa la proposta di pubblicare tutti insieme un’intervista al Papa.
Avevo discusso con gli altri direttori, ipotizzando alcune domande che esprimessero gli interessi di tutti. Esco dall’ascensore e vedo il Papa già sulla porta ad attendermi. Anzi, in realtà, ho avuto la piacevole impressione di non aver varcato porte.
Entro nella sua stanza e il Papa mi fa accomodare su una poltrona.
Lui si siede su una sedia più alta e rigida a causa dei suoi
problemi alla schiena. L’ambiente è semplice, austero. Lo spazio di
lavoro della scrivania è piccolo. Sono colpito dalla essenzialità non
solamente degli arredi, ma anche delle cose. Ci sono pochi libri, poche
carte, pochi oggetti. Tra questi un’icona
di San Francesco, unastatua di Nostra Signora di Luján, Patrona dell’Argentina, un crocifisso
e una statua di san Giuseppe dormiente, molto simile a quella
che avevo visto nella sua camera di rettore e superiore provinciale
presso il Colegio Máximo di San Miguel. La spiritualità di Bergoglio
non è fatta di «energie armonizzate», come le chiamerebbe lui,
ma di volti umani: Cristo, san Francesco, san Giuseppe, Maria.
Il Papa mi accoglie col sorriso che ormai ha fatto più volte il
giro del mondo e che apre i cuori.


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